di Isidoro Napoli*
Fine anno, si sa , è tempo di bilanci. Anche per le Pubbliche Amministrazioni.
E’ un caso però che questa fine d’anno coincida con un importante e significativo attivismo delle Pubbliche Amministrazioni in ambito Urbanistico in particolare, che non si limitano ad un freddo bilancio ma rilanciano rivendicando un nuovo protagonismo con progetti ed impegni di alto profilo. Sono decine le Amministrazioni Comunali che proprio in questi giorni deliberano o hanno già deliberato l’adesione ad una nuova ed importante concezione degli Strumenti Urbanistici.
Il contenimento del consumo di suolo o, con una frase più ad effetto, “Consumo di suolo zero”.
In applicazione di una norma contenuta nella L.R. Urbanistica, varata ad Agosto 2016 dal Consiglio Regionale, si decide di fermare il consumo del suolo ed in particolare del suolo agricolo, introducendo, per la prima volta nella Storia dell’Urbanistica Italiana, un freno all’espansione sconsiderata, ed una strategia che punta al risparmio del territorio nel rispetto degli orientamenti della Convenzione Europea del Paesaggio e del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio
Il territorio ed il paesaggio calabresi sono stati da decenni oggetto di una crescita edilizia imponente e sconsiderata, soprattutto lungo le coste.
È mancata, sinora soprattutto, la capacità di governare lo sviluppo e di valorizzare il paesaggio. Contenimento del consumo di suolo
Rigenerazione urbana
Cooperazione territoriale,
rappresentano gli indirizzi per governare le trasformazioni del territorio nella direzione della Sostenibilità ambientale,
Equità sociale,
Vivibilità nella città.
Il documento che viene proposto alla approvazione dei Consigli Comunali, si propone di contribuire alla formazione di una nuova e più matura e moderna cultura di governo del territorio e del paesaggio attraverso alcuni aspetti fondamentali:
rafforzare ulteriormente l’orientamento dei principi di recupero, conservazione, riqualificazione del patrimonio edilizio, del territorio e del paesaggio, finalizzati tutti ad una crescita sostenibile dei centri urbani con sostanziale risparmio di territorio, soprattutto di territorio agricolo.
La redazione dei Piani Urbanistici viene ispirata alla visione di unitarietà ed integrazione territorio/paesaggio, a partire dalla metodologia di lettura unitaria del contesto territoriale e del paesaggio Comunale e porta alla identificazione di strategie fondate sulla valorizzazione e riappropriazione dei tratti identitari e sulla conservazione e valorizzazione sostenibile delle risorse naturali.
Le linee di indirizzo su esposte derivano da almeno due elementi fondamentali.
Il primo di questi elementi, la crisi economica, che ha ridotto drasticamente le risorse, pubbliche e private, da destinare ai beni considerati non fondamentali. L’impoverimento del ceto medio e l’allargamento della forbice delle diseguaglianze, in particolare in Italia, sintomi altrettanto evidenti di una crisi del sistema capitalistico così come lo abbiamo conosciuto nel corso dei decenni che vanno dalla fine della II guerra mondiale fino al 2008 circa. Una crisi quindi del modello espansivo a qualsiasi costo, che si è tradotto in una crisi profonda soprattutto del settore edilizio. Questo primo elemento si collega in maniera solida al secondo elemento.
Il crescere, cioè, in Europa ed anche nel nostro Paese, di una coscienza ambientalistica che porta a indirizzare le risorse residue al recupero del patrimonio edilizio esistente, piuttosto che ad una sua continua, inutile e dannosa espansione. Ed insieme a questo un maggiore rispetto per l’ambiente
inteso come patrimonio e bene non inesauribile, da proteggere e da consegnare alle future generazioni se non in condizioni migliori almeno non peggiorato.
I mesi che abbiamo difronte saranno particolarmente ricchi e vivaci per nuove attività ed azioni, sempre in ambito urbanistico.
I Contratti integrati di Costa e di Fiumara, nuovo ed importante strumento urbanistico per il governo delle trasformazioni e l’uso del territorio e del patrimonio idrico, per un bacino che va da Caulonia ad Ardore e che colloca il territorio della Valle del Torbido in posizione strategica rispetto a quello che finalmente comincia a delinearsi come un comprensorio, la Locride, realmente omogeneo e di cui questa Valle ne rappresenta il baricentro, stanno per diventare realtà, avendo già superato il primo passaggio con l’approvazione da parte delle Giunte dei Comuni interessati (sono 15 i Comuni che vi hanno aderito da Ardore, appunto, a Caulonia) a sottoscrivere i protocolli d’intesa.
Ancora.
Il Piano Regionale della Mobilità e dei Trasporti, approvato in via definitiva giusto qualche giorno fa dal Consiglio Regionale, che contiene nel proprio contesto due elementi progettuali nati nel nostro territorio e non calati dall’alto e frutto di una intensa e proficua interlocuzione con l’Assessore Regionale, con delega al sistema della logistica ed al PRT Prof. Russo.
1) La Ciclovia della Valle del Torbido e della costa da Caulonia ad Ardore.
Su questo tema vi è una ricca potenzialità di scelte per originali offerte turistiche da riverberare nella intera Locride. . C’è una gamma di potenzialità per far partire molteplici percorsi (più o meno facili come nelle piste da sci) che coinvolgano tutto il territorio comprensoriale, ne facciano riconoscere le diverse peculiarità naturali e storiche e si sviluppino, se possibile senza soluzione di continuità, lungo la valle del Torbido fino alla porta del Parco Nazionale dell’Aspromonte su un versante, e da Caulonia attraverso tutti i Paesi della costa fino ad Ardore passando davanti a siti archeologici di inestimabile valore come il Museo di Locri o la Villa Romana di Casignana.
2) Il Polo Logistico Multimodale, che ricade nell’area di incrocio tra la ss 682 e la Variante della ss 106, in grado, se realizzato, di trasformare profondamente il nostro intero comprensorio.
L’idea di un’area di movimentazione e stoccaggio merci in questa area geografica nasce dalla necessità di razionalizzare e meglio organizzare la catena “Trasporto-Distribuzione” avvertita lungo il litorale costiero jonico, per la parte interessata dai flussi veicolari legati alla Superstrada Jonio-Tirreno .
Due erano le motivazioni:
-attrarre e concentrare i flussi del traffico merci che la SGC “Jonio-Tirreno” determina
sui relativi versanti;
-organizzare una catena di trasporto intermodale, ordinando lungo la Locride, percorsi e consegne. Le connessioni che si determinano con la Variante SS. 106 (attualmente completata nella tratta Caulonia-Locri) e con il fascio infrastrutturale complesso (sul Tirreno, A3 e RFI) oltre che la stessa Superstrada, rappresentano gli elementi principali della rete veicolare entro cui si colloca
la struttura della “Piattaforma logistica”.
L’impianto, collocato in posizione geograficamente ottimale, si configura come un “polo” di rapida trasposizione modale (dal trasporto su automezzi pesanti a quello più agevole di automezzi leggeri) particolarmente delle merci in arrivo dal versante tirrenico (ferrovia, autostrada, porti) e destinate ad essere distribuite sul litorale costiero jonico.
Attraverso la Superstrada e la nuova Variante alla SS.106, la Struttura sarebbe facilmente collegabile con le maggiori reti di comunicazione, stradali e ferroviarie, dei due versanti e consentirebbe di arrestare buona parte del traffico camionato in arrivo sul versante jonico (per
la distribuzione delle merci), oltre che di localizzare in un unico punto (con funzione di raccolta) i traffici commerciali diretti verso l’esterno dell’area; d’altra parte il sistema infrastrutturale (ferroviario e portuale) sulla tirrenica, a Gioia Tauro, trova un nodo di rilievo gradualmente funzionalizzato al trasporto merci sulla jonica.
Sono, questi progetti, estremamente impegnativi. Richiedono la consapevole adesione di ognuno a portarli avanti ed a proteggerli dalle numerose insidie che contribuiranno ad ostacolarne il cammino.
Eppure non c’è traccia sulla stampa o nei circoli dove si discute la Politica ed il Governo dei territori.
Un po è responsabilità della Classe Politica che non sa dare il giusto rilievo a temi come questi che, nel bene e nel male, incideranno sulla carne viva delle nostre Comunità nei prossimi anni.
Un po però, mi spiace dirlo è responsabilità di una stampa e di una pubblica opinione che, molto frequentemente preferiscono attardarsi sulle notizie che riguardano la politica urlata, quella che fa audience, il basso cabotaggio che molto spesso sconfina col pettegolezzo.
Sarebbe ora di cambiare l’Agenda del dibattito Politico concentrando le energie sulle questioni, non poche, che affliggono le Comunità calabresi ed in particolare la Locride e sulle possibili soluzioni. E da queste prove, selezionarsi una vera Classe Politica che abbia la reale percezione dei problemi del territorio da potersene fare carico e rappresentarli non più per cooptazione dall’alto o per avere acquisito qualche decina di like su un qualche strano social network.
Seguendo la traccia usata per la elezione dei rappresentanti al Consiglio della Città Metropolitana di Reggio C.
Buon Anno
*: Assessore all’Urbanistica ed Unione dei Comuni della Valle del Torbido
Comune di Marina di Gioiosa Ionica