R & P
Sono una donna calabrese come tante, fiera di esserlo e sono una mamma. Forse proprio quest’ultimo privilegio alimenta in me la debole fiammella di speranza che qualcosa possa ancora cambiare. E proprio come mio contributo lascio a voi il racconto di una vicenda al limite dell’inverosimile.
Mi trovo nella necessità di dover effettuare un tampone molecolare, come da procedura, per un accesso in struttura ospedaliera che io (come accompagnatrice) e mia figlia minorenne (come paziente) avremmo dovuto effettuare fuori Regione per un intervento in day hospital. I rispettivi Medici curanti attivano per tempo la procedura tramite mail all’ Usca a me più vicina.
Dopo qualche giorno ci rechiamo sul posto, come da indicazione del personale ed un’infermiera ci effettua il tampone drive-in, non essendo noi soggetti sintomatici nè potenzialmente positivi e/o a contatto con positivi.
Fatto ciò, il risultato della bambina arriva nei tempi più o meno previsti, mentre il mio tarda ad arrivare…o meglio, non arriva proprio.
Dentro avevo la tempesta delle paure più nere, sapendo di non dover inoltre partire per motivi di piacere, ma venivo prontamente rassicurata da persone a me care che pazientemente mi invitavano ad avere fiducia: “si tratta probabilmente di un ritardo, considerata la mole di lavoro”, pensavamo fiduciosi.
Attendo dunque fino la mattina prima dell’accesso in Ospedale, dopodiché capisco che era giunto il momento di scendere ed anche “in corsa” dal treno della speranza poiché quest’ultimo stava tragicamente deragliando.
Inizia una catena interminabile di telefonate di disperazione.
Dall’ Usca presso cui ho effettuato il tampone hanno direttamente scelto di non rispondermi proprio al cellulare, nonostante dalla Prefettura di Reggio Calabria, con la quale ero in costante contatto li avessero allertati tramite l’ Asp.
Dopo l’ennesima mia telefonata alla Prefettura, vengo a scoprire che qualcosa non era effettivamente andato come avrebbe dovuto e che non si spiegavano come dall’ Usca non mi avesse ancora contattata nessuno dal momento che, ripeto, erano stati prontamente avvisati tramite Asp dell’accaduto.
In breve: il tampone era andato perso, non risultava partito/tracciato dal luogo presso cui lo avevo effettuato.
Decido di coinvolgere le Forze dell’Ordine alle quali spiego la situazione e chiedo molto semplicemente di intercedere acchè io venga quantomeno contattata dall’ ufficio dell’ Usca che avrebbe viceversa dovuto contattare me. Avrei tanto gradito delle spiegazioni o quantomeno delle scuse…mai arrivate nessuna delle due!
Vengo solo a questo punto immediatamente contattata telefonicamente dal Medico dell’Usca che da lì a breve mi raggiunge presso la mia abitazione, con un’infermiera che mi effettua un ennesimo tampone. Erano le ore 11.00 circa. Avrei dovuto avere il risultato entro la sera stessa in quanto l’indomani mattina alle ore 07.30 sarei già dovuta essere presso una struttura ospedaliera fuori Regione.
Il Medico mi assicura che era già stata allertata una navetta presso l’ Ospedale del mio Paese, che sarebbe partita per Reggio massimo entro le ore 13.00 della stessa mattinata e che entro il pomeriggio avrei avuto il risultato in quanto aveva anch’esso avvisato il Laboratorio di Reggio Calabria preposto all’analisi dei tamponi molecolari, spiegando loro la mia situazione e necessità.
Non ero comunque tranquilla, qualcosa non mi convinceva…sia benedetto l’istinto materno!
Di lì a breve scopro infatti che ciò non corrisponde a verità e che il mio ennesimo tampone non sarebbe stato a Reggio Calabria prima del tardo pomeriggio, dunque non avrei mai avuto l’esito per tempo. Inoltre dall’ Usca in questione, da questo momento in poi, mai più notizie…spariti!
Nel buio dello sconforto più totale trovo una luce: un laboratorio privato nel paese accanto al mio che effettua e sviluppa i tamponi molecolari.
Non avendo grandi alternative, effettuo dunque il terzo (in 5 giorni) tampone molecolare.
A tal proposito colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente il proprietario del Laboratorio, nonché Medico, nonché uomo straordinario che ho incontrato, il quale compresa la situazione di necessità incombente, ha atteso con pazienza e infinita umanità fino a tarda sera in Studio per comunicarmi quanto prima il risultato affinché, di lì a breve, io potessi partire.
Ci tengo inoltre a precisare che l’indomani mattina, verso le 10.00, quando ero addirittura uscita dalla sala intervento con mia figlia, dunque ormai tardi ma non per loro responsabilità, sono stata contattata telefonicamente dalla Prefettura di Reggio Calabria, dove una gentilissima signora…gentilissima lei come tutti i colleghi che l’hanno preceduta nelle mie infinite telefonate…si premurava di avvisarmi in merito alll’esito del secondo tampone effettuatomi dall’ Usca (negativo ovviamente), in quanto avevano preso a cuore la mia vicenda e necessità.
Ecco, la speranza di cui parlavo all’inizio di questo spero costruttivo sfogo è proprio alimentata da persone meravigliose, che incontri magari inaspettatamente proprio nei momenti più difficili…esseri umani in mezzo ai disumani.
Una persona a me molto cara ha scherzosamente definito tutta questa assurda vicenda “un parto podalico”…la mia lunga attesa però è stata tutt’altro che dolce!
F.S.