R. & P.
Anno 2021, a immaginarlo così, 700 anni fa – neanche Dante sarebbe stato così visionario – la rivisitazione del suo V CERCHIO è una realtà urbana contemporanea, in cui l’ira è il sentimento che, sotto varie sfumature, sembra essere il filo conduttore tra le persone, in un girone infernale rappresentato da un’immensa struttura, abbandonata, in cemento armato, un mostro che impone la sua presenza, in una terra già troppo ferita, la provincia reggina.
La filosofia di questo progetto fotografico è creare un ambiente unico nel suo genere, è spezzare, idealmente, attraverso una serie di scatti, l’inquietudine che ha fatto breccia nel nostro quotidiano, dove i miei “iracondi” sono uno spaccato della realtà, spesso anche loro dimenticati ma con lo spirito di chi non molla mai, uno squarcio del mondo street che vada ad arricchire un territorio dalle profonde radici storico-culturali, con tutte le caratteristiche per guardare al futuro con fiducia e speranza.
In quest’ottica, ho scelto di realizzare qui il mio “Inferno” alternativo, tornando dove tutto ebbe inizio…casa mia.
Sarebbe ora di svegliarsi, che ognuno di noi iniziasse a far sentire la propria voce, fino a farla diventare un unico, assordante, urlo collettivo, in una provincia che, da troppo tempo, non fa più rumore.
Trasformiamo la nostra ira in un’opportunità di riscatto.
L’installazione è realizzata in un sito abbandonato sulla spiaggia di Riace, per ovvie motivazioni logistiche NON è prevista la partecipazione fisica ma solo la diffusione e la visione online del progetto.