di Gianluca Albanese
LOCRI – «Il vaccino è una formidabile arma di difesa della nostra salute, e non di offesa, e noi medici di Medicina Generale siamo in prima linea nell’opera di prevenzione delle malattie e delle loro complicazioni, realizzando quel “filtro” sul territorio che una sanità moderna ed efficiente deve garantire».
Il dottor Nicola Rulli è un medico che crede nel suo ruolo. Attento, scrupoloso e disponibile, inizia la sua giornata lavorativa già alle 7 di mattina, andando visitare i pazienti più bisognosi al loro domicilio, prima di aprire lo studio di via Matteotti.
L’occasione è buona per parlare dell’importanza della prevenzione e dell’uso dei vaccini, in un periodo che coincide con l’inizio della somministrazione dei vaccini antinfluenzali.
«L’azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria – ha detto il medico Rulli – sta decisamente puntando sulla prevenzione delle malattie, al fine di evitare le complicazioni ai pazienti affetti da influenza, che spesso si traducono nella necessità di ricoveri ospedalieri e nella massiccia somministrazione di farmaci. Ritengo che sia una buona linea quella dell’Asp, perché in Calabria (e più in generale in Italia) siamo molto lontani dagli obiettivi posti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che punta a ottenere almeno un 75% di persona vaccinate, mentre la media nazionale si aggira attorno al 50%. I vaccini sono una cosa preziosa – ha proseguito il dottore – un miracolo per l’umanità e hanno salvato milioni di persone. Basta guardarsi attorno per scoprire che grazie alla vaccinazione non ci sono più morti per poliomielite, difterite o tetano e, al di là del vaccino antinfluenzale, che riguarda larghi strati della popolazione, la campagna di profilassi avviata viene estesa, nei casi indicati, ai vaccini contro il “fuoco di Sant’Antonio” e la polmonite».
Secondo il medico locrese, le polemiche scatenate da qualche mese non hanno alcun fondamento.
«Voglio ricordare – ha dichiarato a Lente Locale – che l’unica forma di controindicazione per il vaccino antinfluenzale riguarda i soggetti allergici alle uova, ma il problema non si pone perché è sempre il medico di base (che ha facoltà di somministrare gratuitamente i vaccini a chi ne ha diritto) a intervistare preventivamente il paziente, e a consigliarne o no l’uso».
Rulli ha aggiunto che «Nella stagione 2014-2015, in cui dilagò la polemica sull’uso dei vaccini antinfluenzali, ci fu un drastico calo delle vaccinazioni e un aumento delle prescrizioni (e della spesa pubblica) di farmaci dovute alle complicazioni della sindrome influenzale, tanto che morirono 8.000 persone in tutta Italia perché non vaccinate e già fragili a causa di patologie pregresse».
Insomma, secondo il medico «Vaccinarsi è giusto ed è bello» e lo si può fare sia all’ospedale di Locri (unità operativa di medicina preventiva) che nelle sedi di distretto sanitario. Lo può fare anche il medico di base, su richiesta del paziente e su indicazione del professionista.
Ma chi deve fare il vaccino antinfluenzale? Il dottore Rulli spiega che «E’ fortemente indicato per i pazienti con più di 60 anni di età, e a chi soffre di malattie respiratorie, metaboliche (in primis il diabete), obesità (Indice di massa corporea uguale o superiore a 30), malattie cardiovascolari, insufficienza renale, ma anche malattie degenerative del sistema nervoso. Il vaccino, inoltre, è consigliato al personale sanitario, alle forze dell’ordine, a chi per lavoro è a contatto con molte persone e agli allevatori di animali».
E il periodo per vaccinarsi?
«Va da metà ottobre – spiega Nicola Rulli – fino a tutto dicembre. E gli effetti durano per sei-otto mesi».