di Gianluca Albanese
MAMMOLA – Il brusio della fiumara che dà il nome all’intera vallata si confonde con quello delle auto in transito sulla strada di grande comunicazione “Jonio-Tirreno”, mentre i colori vivaci delle opere esposte in sala danno l’idea di armonia che solo l’arte – quella vera – può esprimere. La culla della costituenda Unione dei Comuni della vallata del Torbido è qui: nella sala del museo “Santa Barbara” che espone le opere del grande Nik Spatari. Arte e cultura, natura e infrastrutture che collegano due sponde disegnando scenari urbanistici di nuovi assi metropolitani tra i due mari. E non è un caso, dunque, che la riunione dei Comuni della vallata in vista della creazione di questo nuovo Ente si sia tenuta proprio qui.
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Presenti 55 su 67 consiglieri dei comuni interessati (Mammola, appunto, ma anche Grotteria, Gioiosa Ionica, Marina di Gioiosa, Martone e San Giovanni di Gerace), il consigliere regionale Candeloro Imbalzano, lo stesso Nik Spatari con l’inseparabile moglie Hiske Maas, il consigliere provinciale Vincenzo Loiero, il segretario provinciale di Rifondazione Comunista Nicola Limoncino e i vertici del Corsecom, tra cui Mario Diano, Decio Tortora ed Edmondo Crupi.
Si è trattato di una riunione “vera”, coi segretari comunali a verbalizzare, che mentre scriviamo è ancora in corso con numerosi consiglieri iscritti a parlare. E’ parte di un iter iniziato non più di due mesi fa, quando prima se ne discusse tra sindaci, poi il dibattito si allargò alle giunte e ai capigruppo, quindi quello di oggi può considerarsi come un terzo passaggio, che ha coinvolto tutti i consigli comunali dei comuni interessati.
Ha fatto gli onori di casa il sindaco di Mammola Totò Longo, che nel ringraziare Spatari e Maas per l’ospitalità ha definito il Mu.Sa.Ba. «Un luogo da adottare perché la crescita di questa terra – ha aggiunto Longo – deve ripartire proprio dalla storia e dalla cultura». Il primo cittadino locale ha anche detto che «Noi crediamo davvero all’Unione dei Comuni e non la facciamo solo perché la prescrive la legge, e vogliamo che tutto il suo territorio sia consapevole della sua importanza perché così facendo parte avvantaggiato».
Proprio così. Come abbiamo più volte sottolineato su Lente Locale, uno dei tanti vantaggi dell’Unione dei Comuni sarà costituito dal fatto di poter eleggere un proprio rappresentante in quello che sarà il Consiglio della Città Metropolitana dello Stretto. Ma non solo.
Longo non ha mancato di citare il neo-ministro per gli Affari Regionali Lanzetta «Una mammolese – ha detto – che ci potrà dare una mano non solo come conterranea, ma soprattutto come parte di un Governo composto in larga parte da amministratori e ora abbiamo bisogno di riferimenti normativi chiari per poter procedere».
Nel suo saluto, Candeloro Imbalzano ha ricordato che «Già nel 2012 fui promotore di un progetto di legge regionale che agevolava la costituzione dell’Unione dei Comuni facenti parte di comunità montane. Ora – ha proseguito il consigliere regionale – andiamo oltre e vi posso dire che l’iter attualmente in corso è quasi completo: manca solo il parere del dipartimento “Urbanistica” della Regione, mentre quelli degli altri dipartimenti c’è già».
Il sindaco di Marina di Gioiosa Domenico Vestito ha inteso ribadire l’importanza del primato della politica sui tecnici «Compiendo una scelta chiara che è frutto – ha detto – di un iter iniziato da un paio di mesi. Tra le tappe principali del percorso che abbiamo deciso insieme agli altri colleghi sindaci – ha aggiunto – c’è stato l’allineamento dei tempi di approvazione dei nuovi piani strutturali, al fine di armonizzarli in un’ottica unitaria, prima di formalizzare, da qui a qualche settimana, la costituzione dell’Unione dei Comuni».
Particolarmente pragmatico il primo cittadino di Gioiosa Ionica Salvatore Fuda che ha spiegato che «Ci uniamo per riuscire da dare ai nostri cittadini quelle risposte ai bisogni di servizi essenziali che da soli, spesso non riusciamo a dare nei singoli Comuni. Vediamo subito i servizi che si possono accorpare – ha detto Fuda – perché va bene dare impulso alla volontà politica, ma dobbiamo prendere decisioni che riguardano cose concrete, come, ad esempio, la gestione dell’acqua potabile e la manutenzione».
E se il sindaco di Martone Giorgio Imperitura, ha preferito dare spazio ai consiglieri, il suo omologo di San Giovanni di Gerace Giovanni Pittari ha posto una questione di accettazione universale da parte dei cittadini interessati «Che hanno il diritto – ha detto Pittari – di esprimersi con un vero e proprio referendum». Un’idea, questa, ripresa e ampliata da Nicola Limoncino, segretario provinciale del Prc e leader dell’opposizione consiliare di Martone, per il quale «Servono ulteriori momenti di confronto, specie sulla gestione di servizi essenziali come l’erogazione dell’acqua e lo smaltimento dei rifiuti». Entrambi, dunque, hanno riproposto l’antico conflitto tra la democrazia diretta e la rappresentatività delle figure istituzionali.
Il sindaco di Grotteria Leoncini – molto opportunamente a nostro modo di vedere – ha ricordato «La grande occasione persa che questo territorio non ha saputo sfruttare, non riuscendo a realizzare il depuratore consortile che avrebbe risolto i problemi di depurazione che questo territorio ha. Mai più errori del genere – ha chiosato Leoncini, perché al di là del finanziamento perso di 11 milioni e mezzo di euro, abbiamo dimostrato, in quell’occasione, incapacità di dialogo. Ora – ha concluso – ripartiamo dall’Unione pensando alle cose concrete, come un migliore funzionamento dei nostri uffici e magari un’isola ecologica comune».
Non meno pratico l’intervento del consigliere provinciale (ed ex sindaco di Grotteria) Vincenzo Loiero che ha invitato tutti i Consigli a votare la costituzione dell’Unione, ma anche «A chiarire subito alcune cose essenziali, come – ha detto Loiero – la sede dell’Unione e quello che ogni comune perderà di suo. Il segreto – ha aggiunto – sarà coinvolgere tutti i comuni in maniera equilibrata e armonica, ma di sicuro l’Unione va fatta per non rimanere fuori, ad esempio, dalla Città Metropolitana».
Per Sisì Napoli di Marina di Gioiosa, assessore con delega specifica all’Unione dei Comuni, questa è l’occasione per ridare dignità al ruolo degli amministratori locali «Ponendoci – ha detto – come interlocutori privilegiati e autorevoli nei confronti della Regione, a cominciare dalle questioni fondamentali come la gestione dei rifiuti» e, citando l’esempio della Tares, al centro di un incontro pubblico che l’amministrazione comunale del suo paese ha tenuto domenica sera, Napoli ha detto che «Non possiamo accettare che i Comuni si trovino a gestire tributi come la Tares senza avere alcun margine di operatività, quasi da semplici esattori per conto dello Stato e non vogliamo, il prossimo anno, limitarci a spiegare ai nostri cittadini che il tributo ha cambiato nome applicando supinamente norme decise a livello nazionale. Ecco perché – ha concluso – questa è l’occasione giusta. Non aspettiamo l’arrivo di un Godot che non verrà mai».
Particolarmente apprezzabile, infine, l’intervento di Damocle Argirò, che ha parlato da artista più che da consigliere comunale di Martone e, in vista dell’ottantacinquesimo compleanno di Nik Spatari, che sarà tra un mese e mezzo, ha detto «Organizziamoci per organizzare una festa e fare un bel regalo a questo grande artista che un domani ci lascerà un patrimonio artistico di rilevanza mondiale».