di Antonio Baldari
STILO – L’ecumenismo fra le Chiese nel nome di Maria Santissima? È possibile, e ce lo dà quale lieta conferma la realtà dello Stilaro, alla periferia nord della diocesi di Locri-Gerace, nella quinta vicaria, e nel quadro più ampio della riconciliazione fra cristiano-cattolici e cristiano-ortodossi dopo oltre mille anni di divisioni, lotte ed incomprensioni che hanno partorito tanta amarezza fra i seguaci di Cristo.
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Nel pomeriggio di domani, 14 agosto, avrà infatti luogo nella chiesa di San Francesco a Stilo, e secondo consolidato rito cattolico, la celebrazione dei primi vespri della solennità dell’Assunzione di Maria in Cielo in anima e corpo, volendo per essa significare la volontà di Gesù di portare subito in Paradiso Colei che Gli diede la vita quaggiù in terra non facendoLe conoscere l’onta della tomba; contemporaneamente i “fratelli” ortodossi venereranno le sacre icone della cosiddetta “dormitio Viriginis”, ossia la dormizione di Maria, il sonno che avvolse la “Theotokos”, al monastero di San Giovanni Therystis di Bivongi (e replicando comunque sempre a Stilo, nel pomeriggio di lunedì 17, partendo dal piazzale antistante la Cattolica ed inoltrandosi nel centro storico stilese, attraversando il borgo ed arrivando sino alla grotta della Pastorella fra canti e preghiere incessanti, ndr).
Una realtà unica in tutta Italia che non conosce quindi altre repliche, per così dire, ma che è sostanzialmente importante per indicare ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, l’origine bizantina di Stilo e per esteso della vallata dello Stilaro, con le vicine Bivongi e Pazzano ed arrivando sin giù a Monasterace quale avamposto di mare, salvo poi conoscere ed abbracciare il cattolicesimo quale sua positiva evoluzione nel tempo e non già quale “muro contro muro” fra entrambe, peraltro, come detto, nel nome della Madonna, che conosce giustappunto nella vallata dello Stilaro una sua profonda quanto intensa tradizione.
Le cui radici affondano nella notte dei tempi con l’Immacolata Concezione di Stilo; Mamma Nostra a Bivongi; la Vergine “Stella Maris” a Monasterace con una suggestiva processione di imbarcazioni di varie dimensioni nel grande “fratello blu” ed il Santissimo Salvatore a Pazzano che, secondo un antichissimo rito orientale, è fondata quale sua, sentitissima, festa sullo smarrimento e sul ritrovamento di Gesù nel tempio con il profondo dolore provato dalla Vergine Maria e da San Giuseppe, padre putativo del piccolo Gesù, i cui simulacri presenti in processione, per la “Cunfrunta” ne sono vivace testimonianza.
Insomma la vallata dello Stilaro si ripropone ulteriormente quale esempio da seguire su scala mondiale nel contesto più ampio dell’unione fra i Cristiani, non potendo non prescindere da Colei che ha generato il Figlio di Dio. Maria, Regina della Pace