di Gianluca Albanese
SIDERNO – «A differenza del testo originario della Costituzione, scritto col sangue dei partigiani, la riforma voluta da Renzi e i suoi è scritta dalla saliva dei cortigiani. Anche per questo, il NO più deciso deve arrivare dal Sud, che non vuole essere suddito, ma intende tutelare la propria forza e dignità». Il parlamentare Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, protagonista di un incontro che ha avuto luogo nel tardo pomeriggio di oggi nella sala consiliare del palazzo municipale di Siderno, scalda i cuori di una folta platea, composta da militanti, simpatizzanti, amministratori e semplici cittadini, venuta ad ascoltare le ragioni del NO.
Ha aperto i lavori il dirigente regionale di Si Mimmo Panetta, che nella sua introduzione ha detto che «Gli incontri di approfondimento sul quesito referendario, sebbene numerosi, non sono mai troppi, perché noi sappiamo relazionarci con la gente solo in questo modo, a differenza della propaganda che Renzi e i suoi stanno portando avanti in quasi tutti i media che sono schierati con loro. Già ci hanno impedito di farci votare i nostri rappresentanti provinciali, e ora la Locride, se passasse il Sì, sarebbe ancora più emarginata».
Panetta parla di «Comportamento sleale da parte dei fautori del Sì. Basti pensare – ha detto – che a mia sorella che vive in Canada, è arrivata, insieme alla scheda elettorale per votare al referendum, la lettera di Renzi».
Il leader cittadino di Sinistra Italiana Peppe Oppedisano non ha usato mezzi termini nel dire che «Se vince il Sì viene meno quel principio di uguaglianza tra i cittadini sancito dalla Carta Costituzionale perchè propone un modello di “uomo forte”, un presidente del Consiglio capace di governare sopra il Parlamento e il Presidente della Repubblica. E non è vero – ha aggiunto Oppedisano – che verranno snellite le procedure. Anzi, è inquietante che il Senato fatto di nominati possa indicare ben due giudici della Corte Costituzionale. Sarà un ulteriore frutto della distanza tra i cittadini e il Palazzo e non c’era bisogno di mettere nel calderone di una riforma costituzionale pericolosa tanti temi che potevano essere oggetto di leggi ordinarie».
Temi, questi, ripresi dal presidente del consiglio comunale di Gioiosa Ionica Maurizio Zavaglia.
«Con questa riscrittura di ben 47 articoli della Costituzione che – ha detto – non è una semplice modifica, si rischia di allontanare ancora di più il potere dalla vita reale del Paese ed è inutile che provino, i sostenitori del Sì, ad agitare spettri come l’asserita instabilità finanziaria in caso di vittoria del No: i cittadini erano con le pezze al sedere prima, e lo saranno anche se vince il Sì».
Particolarmente appassionato l’intervento di Fratoianni che, riferendosi all’impegno massimale dei sostenitori del No al referendum del 4 dicembre ha detto «Siamo l’imprevisto che il governo Renzi non aveva messo in conto. Abbiamo deciso – ha proseguito – di non rassegnarci all’idea di chi vuole ridurre i diritti dei cittadini e loro hanno fatto male i conti, perché non può passare l’idea di una Costituzione modificata male, a colpi di fiducia, e che non può essere espressione di un Paese lacerato e che vuole che la carta fondamentale sia cambiata con la forza di una parte dominante».
Puntuale la critica a chi ritiene che se vince il Sì ci sarà uno snellimento delle procedure e una maggiore attività legislativa.
«Si producono tantissime leggi anche adesso – ha detto Fratoianni – e quelle che interessano al Governo, vedi il fiscal compact, la “buona scuola”, lo “sblocca Italia” e il “Job’s act”, che riduce tantissimo i diritti dei lavoratori, sono state approvate in tempi brevissimi».
Fratoianni ha aggiunto che «Le risposte alle esigenze del Paese non possono arrivare con l’imbroglio della modifica di 47 articoli della Costituzione che rivela il carattere violentemente centralista della riforma: vogliono fare il cosiddetto “Senato delle autonomie” ma riducono, di fatto, l’autonomia, depotenziando la facoltà dei cittadini di eleggere i propri rappresentanti e demandando il governo della cosa pubblica a tecnici che rispondono a poteri forti come J.P. Morgan».
«Questa riforma – ha detto ancora Fratoianni – ha bisogno di essere a sua volta riformata e servono riforme autentiche come quelle che rinforzano temi fondamentali come i diritti dei cittadini al lavoro, all’ambiente, al sistema pensionistico, da mettere in sicurezza, con le risorse che si possono reperire tranquillamente tagliando le spese militari».
Non è mancato un riferimento alla legge elettorale.
«Va rivista profondamente – ha detto Fratoianni – e serve tornare ad una legge autenticamente proporzionale con la quale la politica tornerà a misurarsi davvero col consenso dei cittadini».
Molti e appassionati gli interventi del pubblico, tra cui quelli di Franca Bolognino, Pietro Origlia, Silvio Frascà di “Possibile” che ha posto il problema della rappresentanza, e del sindaco di Cinquefrondi Michele Conia, che dopo aver premesso che «Se Renzi il 2 dicembre sarà in Calabria nella fase finale della campagna referendaria, si vede che ha paura di perdere, soprattutto nella nostra regione» e ha ricordato che «Due capisaldi della riforma costituzionale che i fautori del Sì vorrebbero fosse ratificata dal voto referendario del 4 dicembre, come la clausola di salvaguardia e l’obbligo del pareggio di bilancio per le regioni, violano di fatto il principio di uguaglianza, e lo stesso Senato delle autonomie costringerebbe i senatori che sono sindaci di città metropolitane, a rivestire un triplice ruolo che mai, con gli impegni che ha chi amministra, potranno onorare».