di Domenico Mittica*
Da un articolo “sfrontato” quanto basta di una testata nazionale e dagli immanchevoli commenti sui Social – figurarsi, non mancano mai, neppure quando sono discreti – avanza una discussione su religiosità, feste di paese e le emergenze economiche e sociali. Feste, luci, cantanti. Il Santo non raccoglie più i soldi in processione, è stato ricordato, ma in Chiesa. Dove, si annota, sono frequenti i furti dalle cassette delle offerte.
Gli Ex voto sono meno “intensi” di una volta, il traffico nei paesi viene modificato, la partecipazione di fedeli e di curiosi rimane comunque numerosa, due esempi per tutti, la celebrazione per San Rocco a Gioiosa Ionica e per i fuochi d’artificio di Bianco. Ma il programma per la festa civile ( a Siderno torna l’importante Fiera) – ci si chiede – se funziona come “mezzo di distrazione di massa” , per “accantonare” gli eventi drammatici, guerre e pandemia, i disagi, sui quali dovremmo soffermarci.
No, viene osservato, non bisogna contestarlo, perché genera un indotto economico. Ci stanno problemi immensi davanti a noi, oltre la stagione delle vacanze: Draghi non intende ricorrere a uno scostamento di Bilancio per fronteggiare la crisi che adesso è energetica ma che diventerà alimentare, di difficile sostentamento per tante famiglie. Pensa ad altre ricette ed i partiti, in campagna elettorale, condividono o respingono l’idea/le idee più per calcolo elettorale che nel merito. La Meloni non può dire no al rigassificatore di Piombino, ma ha il Sindaco di Fratelli d’Italia contrario ed allora alza la voce più che può sulle garanzie per le bonifiche e forse “aspetta il momento (il suo Governo) per nominare Commissario il Sindaco”.
Un candidato alle politiche, in una intervista ha preso posizioni difformi dal suo partito, ha detto si al Termovalizzatore di Gioia Tauro, allo stesso modo ha detto si ai medici cubani. Insomma, ha badato ai contenuti, alle utilità e non ai fatti di schieramento.
Bene! Le elezioni politiche o amministrative che siano portano con sé il problema delle classi dirigenti capaci. Senza pregiudizio, votiamo quelli che danno buona prova di sé. I fochisti, nelle feste, sottolinea sempre lo stesso articolo “ce li ricordiamo sempre senza due o tre dita…”. Poverini. Insomma, le feste si, ma attenzione molta. Il Paese entra in un autunno molto difficile.
*: storico militante socialista