Stavolta a scendere in piazza è la cittadina nella provincia del Vibonese con un “No” secco, disperato, gridato e urlato a squarciagola contro la proposta che farà perdere l’istituto proprio alla cittadina miletese, quel “presidio di cultura e di legalità” – come lo si definiva fino a qualche tempo fa – necessario alla corretta crescita di generazioni di ragazzi e ragazze che rischiano di esserne orfani, con tutte le conseguenze del caso. Fronte del reclamo guidato sul piano istituzionale dal sindaco, Salvatore Fortunato Giordano, in testa al coro di coloro che considerano del tutto “inaccettabili tali provvedimenti perché dànno retta solo alla fredda logica dei numeri e nient’altro” – chiosa il primo cittadino miletese.
di Antonio Baldari
Passano i giorni e la protesta monta sempre più forte, come un vento impetuoso che spazza via le fredde logiche di numeri per quanto concerne l’ormai acclarato “Piano di dimensionamento scolastico” che dal prossimo anno vedrà una vera e propria ecatombe, in Calabria; ci si rende sempre più conto della grave portata del provvedimento licenziato a livello nazionale e, di riflesso, a livello regionale e provinciale che porterà alla cancellazione di ben ottanta dirigenti scolastici, reggenti in particolare, e conseguentemente di figure apicali quali il Dsga e i relativi impianti di segreteria.
Stavolta a prendere corpo e sostanza, nello scendere in piazza, è la cittadina di Mileto nella provincia di Vibo Valentia, con un “No” secco, disperato, gridato e urlato a squarciagola contro la proposta della provincia vibonese che farà perdere l’istituto proprio alla cittadina di Mileto, quel “presidio di cultura e di legalità” – come lo si definiva fino a qualche tempo fa – necessario alla corretta crescita di generazioni di ragazzi e ragazze che rischiano di esserne orfani, con tutte le conseguenze del caso.
In tal caso il fronte del reclamo è doppio, ossia sul piano istituzionale con il sindaco, Salvatore Fortunato Giordano, in testa al coro di coloro che considerano del tutto “inaccettabili tali provvedimenti perché dànno retta solo alla fredda logica dei numeri e nient’altro” – chiosa il primo cittadino miletese, a cui sono andati in soccorso i genitori e gli alunni della scuola, essendo scesi in piazza per esternare tutta la propria rabbia e rimostranza contro una decisione che rischia di cambiare il corso della loro storia.
E quindi anche e soprattutto del proprio futuro. Non è da escludere, allo stato, delle nuove e più incidenti forme di dissenso della cittadina del Vibonese, così come sarà nella giornata di dopodomani, sabato 14 ottobre, in quel di Roccaforte del Greco dove si ritroverà in piazza la cittadinanza sindacalmente convocata dall’Unione Sindacale di Base della Scuola, in Calabria, per lo stesso ed identico motivo che, qualora dovesse portare alla chiusura della scuola in loco, originerebbe dei grandi quanto insostenibili sacrifici avendo l’unica scuola disponibile a ben trenta chilometri di distanza.
Insomma, la partita è ancora aperta sul piano del dimensionamento scolastico in Calabria, tanto può ancora accadere prima di scrivere la parola “fine”.