di Emanuela Alvaro
MARINA DI GIOIOSA IONICA – Colori forti impressi sulla tela da una mano veloce, frutto del momento creativo, dal caos irrazionale, ma poi, soffermandosi, lo stesso quadro mostra la sua essenza. È questo che si prova di fronte alle opere di Francisco Gaona esposte al Golosia di Marina di Gioiosa Ionica. “VISIONI” è la sua personale, organizzata dall’architetto Katia Aiello e promossa dall’associazione culturale I Delfini d’oro.
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«Quando Francisco mi fece vedere per la prima volta i suoi quadri pensai di avere incontrato un Artista con la A maiuscola e decisi di organizzare una personale dove i suoi sentimenti e le sue emozioni, venissero esposti in una cornice nuova. Organizzo da anni eventi culturali e mostre d’arte e la mia idea è quella della galleria d’arte che va incontro al pubblico e diventa strumento di educazione sentimentale. Uno spazio aperto ed accessibile a tutti – spiega Katia Aiello – dove stare insieme e dove si scambiano idee, esperienze ed opinioni su vari aspetti della vita sociale».
Per l’organizzatrice un modo per aumentare le frequentazione, da parte del pubblico, delle mostre d’arte «spesso desolate e vuote che diventano così punto ideale dove riscoprire sentimenti ed emozioni».
Quattro giorni per entrare dentro l’arte di Francisco Gaona, anche grazie ad Attilio Spanò che ha condotto i presenti nel mondo dell’artista attraverso la sua critica.
Francisco Gaona nasce a Boyacà in Colombia. Artista mistico-concettuale, pittore e scultore, inizia la sua formazione artistica in giovane età. Da primi anni ’80 in poi tantissime le personali e le collettive, in particolare nel 1992, in una sua mostra dedicata alla pittura dei ritmi musicali, lancia il suo stile personale che lo caratterizza tuttora.
Dopo un periodo figurativo realistico, intraprende la sua ricerca nell’espressionismo, una ricerca che lo porta a dipingere il ritmo della musica classica: ispirandosi all’action-painting, con la tela posta in orizzontale e determinando il tratto del colore con gesti coreografici. «Le sue opere così realizzate si presentano come un caotico intreccio di pennellate, linee e macchie colorate, con una totale assenza di organizzazione razionale; soltanto l’espressione grafica – continua l’architetto Aiello – colorata del ritmo della musica, percepito dall’artista sulla tela. Continuando la sua ricerca artistica sempre in evoluzione e, grazie al suo interesse per la crescita spirituale, per Francisco ogni essere umano ha una propria frequenza ritmica, dettata dal piano emozionale individuale e così decide di abbandonare il ritmo musicale per esprimere nei suoi dipinti il suo proprio ritmo, la sua propria frequenza vibrazionale. La “sua essenza”, come egli preferisce indicare».
Negli anni il suo modo di dipingere si arricchisce e, dall’incontro con un indigeno dell’Amazzonia, nell’esecuzione dei suoi dipinti sono presenti reminiscenze dei riti sacri praticati dagli indios che permettono di raggiungere stati modificati di coscienza ed entrare in contatto con la propria essenza. Pennello e vernice diventano soltanto un mezzo nelle mani dell’artista per esprimere la propria essenza. Ispirandosi all’approccio concettuale dell’acquarello cinese, Francisco Gaona propone un rivoluzionario concetto del figurativismo, dipingendo “l’essenza della forma ma non la forma”.
Le opere di Francisco Gaona sono presenti in collezioni private in America ed in Europa. Alcuni dei suoi recenti dipinti sono stati esposti nella mostra collettiva “Itinerario di un viaggio senza fine” presso il BrasCafé Roma, Palazzo Braschi nel 2012 e la sua ultima personale ha avuto luogo a Roma, nell’ottobre del 2013.