Il predetto provvedimento non riguarderà tutti gli anziani ma coloro che presenteranno tutti i requisiti richiesti, così come coloro che potranno usufruire già a partire da oggi, venerdì 26 gennaio, dell’altrimenti appellato A.D.I, acronimo perfetto per “Assegno di Inclusione” che – e qui facciamo riferimento alla seconda misura soprariportata – da tempi biblici si è detto andava a sostituire l’ormai defunto “Reddito di Cittadinanza”. Per la concessione di entrambi i benefici i controlli saranno fatti prima così evitando le magre figure fatte in passato? Battistianamente, “lo scopriremo solo vivendo”.
di Antonio Baldari (foto fonte cpdconsulta.it)
Mille euro al mese agli anziani e seimila euro annui ai nuclei familiari svantaggiati. Sono queste, in estrema sintesi, le due misure approvate dal Governo centrale romano, capeggiato da Giorgia Meloni, di cui la prima è fresca fresca di giornata e di Consiglio dei Ministri, in via sperimentale e sotto forma di assistenza a coloro che presentassero delle gravi indigenze di vita quotidiana.
Mille euro al mese a partire dal 1. gennaio del prossimo anno e fino a tutto il 2026, con scadenza naturale al 31 dicembre e quindi tra poco meno di due anni; non c’è che dire, è un vero e proprio atto di coraggio, se ci si passa il termine, passando sotto il naso degli Italiani dei veri e propri fiumi di denaro, neanche fossero noccioline!, che tra Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e misure ufficiali adottate dall’esecutivo non consentono di capire più neanche da quanti zeri siano formati.
Naturalmente il predetto provvedimento non riguarderà tutti gli anziani ma coloro che presenteranno tutti i requisiti richiesti, così come coloro che potranno usufruire, già a partire da oggi, 26 gennaio, dell’altrimenti appellato A.D.I, acronimo perfetto per “Assegno di Inclusione” che – e qui facciamo riferimento alla seconda misura soprariportata – da tempi biblici si è detto andava a sostituire l’ormai defunto “Reddito di Cittadinanza”, di cui si è detto di tutto e di più, in particolare che non erano quelli i modi, ed in special modo le finalità, di percezione del sussidio economico volto ad incentivare l’entrata o ripresa nel mondo del lavoro. Ma tant’è!
Oggi parte, quindi, l’Assegno di Inclusione ed anche in tal caso rivolgendosi a quei nuclei familiari che ne avessero i benefici di legge garantiti, per come meglio emarginato, ormai da mesi, nelle varie e più competenti sedi professionali; la domanda che però lubranamente nasce spontanea è: ma non è che poi, tutto questo ambaradam di soldi li rivorranno indietro al Governo?
Un interrogativo a cui si potrebbe e dovrebbe dare una risposta chiara e definitiva posto che, in passato, per il sopraccitato RdC se ne sono viste delle belle, o di cotte e di crude se non siete vegani!
Chiedendo la restituzione, a coloro che in illo tempore erano stati designati quali “beneficiari”, delle relative somme che essi avevano percepito poiché “non idonei” o perché “non aventi diritto”, e questo perché ? Perché i controlli sono stati fatti dopo avere concesso il beneficio e non prima per come ci si aspetterebbe in un Paese normale, per così dire: sarà così anche stavolta? Anche in tal caso, battistianamente, “lo scopriremo solo vivendo”.